di Antonio Maturo (*)
Il Covid-19 è stato un evento dirompente che ha colpito la società nella sua interezza. Un “fatto sociale globale”, che offusca i confini geografici e politici e i cui effetti si faranno sentire negli anni a venire. I più colpiti sono stati quelli già in posizione sociale precaria: i poveri ei vulnerabili. La nozione di sindemia è stata usata per descrivere questa cupa interazione tra virus e disuguaglianza di salute incarnata. L’organizzazione dell’assistenza ha mostrato tutti i suoi limiti, soprattutto laddove mancavano solide strutture sanitarie comunitarie. Molti malati cronici e le loro famiglie stanno ancora vivendo situazioni terribili. Il futuro sarà dominato dal rischio. Il Covid-19 ha mostrato la nostra vulnerabilità ai virus. Vivremo in una società più sorvegliata e dovremo abituarci a nuove forme di prevenzione. Non è un caso che da questo spostamento siano nate preoccupanti forme di populismo sanitario. In questo contesto, cosa può offrire la sociologia della salute in termini di analisi, prospettive di ricerca e proposte operative? In che modo le prove della ricerca possono essere tradotte in politiche praticabili e come può l’immaginazione sociologica plasmare un futuro più equo e sicuro? Il comitato scientifico e organizzativo sono al lavoro sugli aspetti pratici di una conferenza in cui speriamo di darvi il benvenuto per esercitare la vostra immaginazione sociologica su questioni sociologico-mediche.
Il termine ultimo fissato per la presentazione del proprio abstract è inderogabilmente il 1^ marzo 2022.
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(*) Membro dell’Executive Board dell’ESHMS, Professore ordinario di Sociologia Medica all’Università di Bologna