di Nico Bortoletto (*)
- Il rischio esiste in qualsiasi ambito: tanto vale esserne coscienti e non mettere mai da parte la propria capacità critica, il proprio buon senso e la prudenza nel reale;
- L’incertezza è strutturalmente parte delle nostre vite, l’informazione deve contribuire a ridurla, non ad aumentarla. Selezioniamo le fonti d’informazione utili ad assumere gli atteggiamenti più adeguati da tenere nelle nostre relazioni;
- La complessità del reale non è riducibile: l’unico modo per affrontarla al meglio è condividerne costi e ‘pesi’, tutti insieme;
- E’ illusorio pensare di avere il controllo sulla realtà: tanto vale prenderne atto e coltivare con saggezza le relazioni di prossimità e gli affetti;
- Ognuno di noi, a causa di un sovraccarico informativo, può spingersi a costruirsi una realtà ‘tutta sua’, interpretando gli accadimenti in maniera non corrispondente all’evidenza. Una cosa che ci danneggia fortemente: riduci le fonti informative a cui attingi, usando quelle affidabili e riconoscibili;
- Non v’è dubbio che le fonti più affidabili e riconoscibili siano quelle istituzionali. In una situazione di emergenza non è ragionevole abbandonarsi a polemiche e dietrologie, ma è indispensabile attenersi scrupolosamente alle indicazioni che vengono date da chi è più esperto di te. Un po’ come quando si devono seguire le indicazioni dei responsabili della sicurezza, in caso di evacuazione di un edificio;
- Il lavoro è identità; il virus non ti impedisce né di lavorare né di coltivare le tue relazioni professionali: cambiano solamente le modalità. Anche qui, adattati ragionevolmente;
- La fiducia negli altri è necessaria per evitare che i legami che costituiscono una comunità si spezzino: cerca di essere ottimista. La sfiducia genera incertezza che spesso degenera in paura;
- L’epidemia ti ha donato, verosimilmente, un po’ di tempo libero. Usalo in modo piacevole e rilassante. Rileggiti un libro che hai amato. Ascolta la musica che ti fa star bene. Magari contribuirà a ridurre la percezione di isolamento il pensare che generazioni prima di te ci sono già passate e, malgrado ciò, tu sei qui;
- L’ironia ci rende capaci di distinguere una commedia da un dramma: frequentala ed usala. Ti farà sentire molto meglio, a prescindere.
- I social network sono luoghi dove – spesso – si costruiscono realtà diverse. Frequentali con cognizione e, nell’emergenza, affidati a quanto le autorità ti comunicano;
- L’assenza di regole conduce una società verso la sua dissoluzione: ricordati che ne fai parte e – anche per impedire la tua di dissoluzione – impara ad adattarti a queste regole, soprattutto nei momenti di rischio;
- Nelle emergenze i legami sociali diventano più semplici, meno complessi; fai attenzione a non romperli con comportamenti opportunistici: una comunità non sopravvive alla rottura di un numero eccessivo di tali legami.
*Sociologo, Docente all’Università degli Studi di Teramo
La vita ai tempi del coronavirus: suggerimenti sociologici in situazione d’emergenza