a cura della Redazione
E’ da qualche giorno che sui mass media, non solo locali, circola la notizia dell’iniziativa promossa dalla So.I.S. (Società Italiana di Sociologia), in particolare, nella persona della Dott.ssa Maria Grazia Lezzi che è referente per le regioni Puglia e Basilicata. L’iniziativa è solo una delle varie che l’associazione professionale sta portando avanti, in linea con l’obiettivo di sostenere il riconoscimento di tutti i profili del sociologo nei vari contesti lavorativi. Difatti registriamo con grande interesse la richiesta già inoltrata al Ministero della Salute per quanto concerne il profilo sanitario del sociologo. Quella del sociologo nella scuola, inviata al Ministro Bianchi, ci sembra allora particolarmente meritevole perché è focalizzata sull’importanza che il sociologo intervenga per la risoluzione dei problemi sociali nel contesto scolastico. Ecco in sintesi, le linee generali per la So.I.S. utili a definire il profilo del sociologo nella scuola e negli istituti formativo-educativi in generale:
- – monitoraggio dei problemi sociali che si manifestano all’interno della comunità scolastica e formulazione di linee d’intervento risolutive;
- – responsabile della costituzione di un osservatorio permanente di ascolto attivo dei bisogni della comunità studentesca e di quella educante;
- – analisi dei bisogni a proposte operative di risoluzione delle necessità presenti nelle singole istituzioni scolastiche;
- – responsabilità della gestione di team-work, in sinergia con le altre figure professionali presenti nell’istituto;
- – attività di supporto agli studenti per l’orientamento intesa nei termini di dimensione permanente e sistemica che si integra nel processo educativo;
- – attività di sostegno anche al singolo studente nella gestione delle competenze non cognitive in un approccio interdisciplinare che accresca il senso critico dei discenti.
Crediamo che a partire da questo insieme di linee si possa allargare il confronto anche all’interno della comunità professionale dei sociologi in un dialogo costruttivo, lo speriamo, con i sociologi accademici. Come giustamente è stato sottolineato – nella proposta inviata dalla So.I.S. al Ministro Bianchi – a fronte delle nuove forme di disagio sociale, di povertà e disuguaglianza ‘si stanno disvelando ulteriori opportunità di crescita culturale, per valorizzare le quali si dovranno mobilitare, indistintamente, tutte le componenti scientifico professionali della nostra società, avendo cura di promuovere azioni che favoriscano l’incontro delle varie culture scientifiche’. E’ ora, quindi, che i sociologi si muovano assumendosi le proprie responsabilità nella costruzione di un benessere diffuso mettendo a disposizione le proprie competenze, le proprie conoscenze e, come, affermavamo qualche tempo fa, il proprio ‘coraggio di crescere’.