di Massimo CORSALE

“(…) Ma c’è anche un’altra via per capire la pertinenza della sociologia con la clinica. In tutte le scienze, a cominciare dalla fisica ma soprattutto in quelle del comportamento (basti pensare a Bateson, Watzlawick o Morin), è ormai acquisito che la ricerca comporta un’interazione fra soggetto conoscente e oggetto di studio. Queste letture post-positivistiche del sapere (che ovviamente valgono non solo per quello degli scienziati, ma anche per quello dell’uomo della strada) autorizzerebbero in verità letture filosofiche radicalmente costruttivistiche, per cui anche il “soggetto” e l’ “oggetto” sarebbero costruzioni derivanti dall’esperienza, e non presupposti di questa (Corsale 2010). Ma anche senza volerci avventurare su un terreno così ambizioso e scivoloso, resta assodato che il rapporto fra soggetto e oggetto è problematico, e quindi lo è anche quello fra il “clinico” e il suo interlocutore, ciascuno dei quali è portatore di un suo “dizionario” per assegnare significato agli eventi di cui si discute, dizionario costruito nel corso del suo vissuto. Quello di cui dispone il “clinico” verosimilmente è più sofisticato di quello dell’uomo della strada: i suoi studi gli permettono di articolare livelli di linguaggio che quest’ultimo trascura. Ma in ogni caso è anch’egli decisivamente condizionato dai modelli culturali condivisi nel contesto di cui egli fa parte. La specifica cultura professionale del sociologo però ( che in questo differisce praticamente da tutte le altre) lo predispone meglio di altre ad osservare criticamente dall’esterno anche il proprio arsenale di modelli, nel momento del confronto con quelli del suo interlocutore. Sicché il risultato di questo confronto non sarà una terapia predefinita da applicare al caso, ma un percorso co-costruito dai due (Barus-Michel 2003), in qualche misura negoziato e concordato, in cui anche l’interlocutore si sente parte attiva. E ciò verosimilmente lo predispone meglio a “prendere in mano” la gestione del proprio disagio in vista di un suo superamento (…)”.

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QSC 6 – Il sociologo clinico nell’ambito del sistema dei servizi

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